Logopedia
Il Poliambulatorio si occupa dei disturbi della comunicazione linguistica in tutte le sue forme, orale e scritta, le funzioni orali, la voce, il linguaggio, dalla pianificazione delle idee alla realizzazione del discorso e alla comunicazione interpersonale, nelle diverse età della vita, dalla primissima infanzia fino all’età geriatrica.
La logopedia
Il clinico che si occupa prevalentemente della prevenzione e del trattamento riabilitativo dei disturbi del linguaggio e della comunicazione linguistica è il logopedista, che attraverso la valutazione del caso, collabora alla diagnosi in equipe multiprofessionale e provvede poi autonomamente e con piena responsabilità alla pianificazione e all’attuazione del trattamento e alle verifiche dei risultati.
Quando la logopedia in età evolutiva.
Con i bambini più piccoli, a partire dai 2 anni di età (in alcuni casi anche più precocemente), è utile rivolgersi al logopedista ogni volta che c’è qualche dubbio sulle capacità di esprimersi: quando un bimbo tarda a parlare, o tarda a parlare bene, è bene approfondire. Il pediatra può orientare in merito a quali accertamenti sono più opportuni e il logopedista può fornire i primi suggerimenti.
Con i più grandicelli il logopedista è un riferimento fondamentale nelle difficoltà scolastiche che possono essere semplici ritardi di acquisizione o veri e propri disturbi.
Nelle diverse età il logopedista interviene anche nei disturbi delle funzioni orali e nella balbuzie.
Quale logopedia.
Non esiste “il metodo logopedico”. All’interno di ogni problematica esistono metodi diversi, l’efficacia può variare a seconda della problematica, dell’età, dell’effetto di altri problemi collegati e così via.
Per quanto riguarda i disturbi della comunicazione e del linguaggio orale e scritto, nei bambini sono particolarmente efficaci gli interventi che coinvolgono in modo massiccio l’ambiente educativo e familiare, è quindi fondamentale la collaborazione tra la famiglia e il clinico per individuare la strada migliore.
Solitamente si lavora per obiettivi, mirati a ripristinare la migliore funzionalità possibile rispetto alle componenti del problema.
In generale il trattamento mira a incrementare le abilità presenti nel bambino anche se deboli, a sollecitare quelle che ancora non sono comparse ripercorrendo le tappe dello sviluppo normale e a trovare strategie alternative quando non è possibile recuperare le normali funzionalità.
Quanta logopedia.
Gli interventi rieducativi e riabilitativi sono organizzati in cicli d’incontri successivi. A seconda del tipo di problematica, della complessità del disturbo, dell’età e del metodo utilizzato, gli incontri possono durare da qualche mese a qualche anno. La frequenza degli incontri è mediamente a cadenza settimanale, con fasi intensive, dove si possono raggiungere le tre sedute a settimana, e momenti in cui le sedute vengono diradate a una al mese.
Cosa non è la logopedia.
Non è un “pacchetto di esercizi”. Spesso i logopedisti adottano alcuni esercizi, all’interno dei loro interventi, per potenziare e consolidare alcune abilità, ma il percorso riabilitativo è molto più complesso. Prevede infatti una successione di obiettivi e di metodi per raggiungerli e pianifica come rendere disponibili le capacità acquisite nell’ambiente di vita. Molti percorsi non si realizzano affatto attraverso esercizi rimediativi in sede ambulatoriale, ma direttamente nella vita quotidiana.
Non è il rimedio per ogni problema. Talvolta le difficoltà che compaiono nel linguaggio sono collegate ad altri fattori, ad esempio disturbi del comportamento, dell’attenzione, della motricità. In questi casi è bene valutare se affrontare tutte le aree contemporaneamente o dare più spazio prima ad alcune, poi ad altre.
Non è un gioco. Non è un doposcuola. Anche se, nel lavoro con i bambini i logopedisti adottano quasi di regola un clima giocoso, la logopedia non è un’attività ludica, ma un intervento di cura che va proposto quando ci sono disturbi di rilievo. Allo stesso modo, quando il logopedista utilizza il lavoro dei compiti scolastici, non si sta occupando di ripetizioni pomeridiane. Il gioco e i compiti, ricreano un momento tipico della vita di un bambino: utilizzare strategie entro situazioni di vita vera aiuta ad apprendere meglio queste strategie.

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DIRETTORE organizzativo
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